lunedì 27 luglio 2015

Fare spazio

Questo fine settimana io e Tenero abbiamo rivoluzionato il soggiorno. Sono sicura che solo chi mi conosce da tempo (su tutti mia madre e i miei fratelli) si renderà contro a pieno della portata di tale impresa.
Posso essere considerata un caso in lizza per "Sepolti in casa", lo show di Realtime che passa in rassegna gente più o meno pazza che non butta via nulla da quarant'anni. Ecco, se non avessi sposato Tenero, a breve mi avrebbero dedicato una puntata speciale. Quando ho traslocato in quella che è diventata casa nostra, abbiamo buttato via qualcosa come dieci sacchi (di quelli neri, da condominio) di roba (principalmente mia) che evidentemente non mi serviva, visto che, a parte una leggera stretta al cuore al momento della separazione, non sento alcuna mancanza degli oggetti che ho regalato/buttato, tanto da non ricordarmi neanche esattamente cosa ci fosse in quei sacchi.
Stessa cosa mi succede quando rimesto nell'armadio o nei cassetti: dal chaos primordiale affiora un capo carinissimo (a volte ancora con il cartellino attaccato) che mi ero dimenticata di possedere.
Ebbene, quando (come ieri) si fa spazio, si butta il superfluo, non so voi, ma io mi sento fisicamente più leggera, come se quella massa di oggetti, comodità, chincaglierie appesantisse l'anima e mi facesse sentire meno libera di muovermi, come oppressa da tutta quella tonnellata di roba che andrebbe spostata in un eventuale trasloco (ipotesi più che concreta per una coppia di nomadi post-moderni che vive in 50 mq).
E infatti mi ricordo con nostalgia i giorni della Marcia Francescana (il Pellegrinaggio per il Perdono di Assisi, non quella della Pace con Gianna Nannini e Jovanotti- se non lo avete ancora fatta vedete di iscrivervi per l'anno prossimo, ne vale la pena) quando tutto ciò che avevo stava in uno zaino, e quello zaino, dovendolo portare sulle spalle, lo alleggerivo il più possibile, buttando tutto, tutto ciò che non era necessario (per un attimo guardai anche la Bibbia, lo ammetto, ma solo un attimo Signore).
Forse il trucco è davvero quello di non attaccare il cuore a niente, o meglio, solo a Chi lo custodisce al sicuro, indipendentemente dagli oggetti che sembrano indispensabili alla nostra felicità, ma in realtà più spesso la ostacolano.
Sì, anche tutte le scarpe.

venerdì 19 giugno 2015

Stressless wedding vol II: first steps

Premetto che, a valle del predicozzo precedente, il matrimonio c'è stato ed è andato (almeno per noi) alla grande: ci siamo divertiti tantissimo e (contro ogni aspettativa) abbiamo mangiato tutto, quindi diciamo che parlo in base ad un'esperienza che riteniamo riuscita.

Come dicevo più o meno un anno fa in questo post, una volta stabilita la Priorità, è bene passare a un po' di organizzazione pratica.

Lista invitati: qui si apre un capitolo doloroso. Quando comincerete a stilare la lista, vi renderete conto di quanti amici e parenti abbiate. E fin qui tutto molto bello. Il punto dolente è fare i conti di che tipo di struttura ci voglia a contenere centinaia di persone e/o di quanto vi costi dare da mangiare a tutti. Come se ciò non bastasse, non appena annuncerete la lieta novella ai vostri genitori, anche loro vorranno aggiungere ulteriori invitati alla lista perché tengono particolarmente al fatto che quella persona ci sia, oppure per meccanismi tipo "loro ci hanno invitati tutti al matrimonio della loro figlia, che figura ci facciamo".

Bene. A tutto questo va posto un limite. Per quanto ci riguarda, una volta scelto il posto e quindi avendo un numero massimo di invitati alla mano, ce li siamo divisi più o meno equamente e ognuno ha avuto la libertà di riempire i "suoi" posti come meglio credeva. Se c'erano eccedenze, ci si metteva d'accordo tra noi e poi, nel caso, il/la figlio/a provvedeva a comunicare ai suoi genitori che no, non si poteva invitare il pronipote perché non c'era posto. Ovviamente, questo esercizio risulta meno complicato se sono gli sposi a pagare per la festa: in caso contrario è normale (e, penso io, giusto) che i genitori abbiano maggior spazio di manovra.


Per quanto riguarda la cernita dei propri invitati, è sempre una scelta dolorosa escludere qualcuno, ma l'unico consiglio che mi sento di dare è riflettere su chi debba assolutamente esserci, ed evitare per quanto possibile gli inviti "obbligati": se non vedete/sentite una persona da anni, siete sicuri che debba essere invitata? 

Un'idea intelligente per la gestione degli inviti è anche quella di avvisare informalmente gli invitati prima possibile: in questo modo chi già sa di non poter venire avrà modo di farvelo sapere e vi libererà alcuni posti per poter includere altre persone. Infine, considerate che circa il 10% delle persone che confermeranno non potrà venire per ragioni imprevedibili dell'ultimo minute (malattie del bambino, impegni di lavoro improvvisi, etc etc)



Un discorso a parte va fatto per la location: a meno di miracoli, mi sento di dirvi che la villa costa. Tanto. Troppo. E, spesso, all'affitto va aggiunto il costo del catering (80-100 euro a persona in media per un pasto "normale"). Le alternative, però, ci sono, e si possono accordare con vari stili e budget. Innanzitutto gli agriturismo: spesso in località suggestive, con ampi spazi all'aperto e ottima cucina locale (che se, come noi, avete molti invitati che vengono da alter regioni, può essere molto più apprezzato del solito menu da matrimonio). In genere il prezzo del menu include la location, per cui si può raggiungere meno della metà del prezzo della dimora d'epoca.
Per budget ancora più ridotti, ci può essere il salone parrocchiale della chiesa in cui vi sposate (i miei genitori, all'epoca, fecero così): in quell caso basterà mettersi d'accordo con il parroco, e per il cibo, potrete organizzarvi con un catering (ci sono anche associazioni come Operazione Mato Grosso che rendono questo servizio) oppure gruppi scout che vi aiutino a cucinare. Una coppia di miei amici hanno provveduto a portata principale, torta e vino, e il resto è stato portato e condiviso dagli ospiti: la festa è stata bellissima e originale e nessuno si è lamentato.
Inoltre, quasi ogni tipo di ambiente può trasformarsi completamente grazie alla decorazione giusta: se date un'occhiata a siti tipo www.theknot.com troverete tonnellate di foto e idee per rendere ambienti rustici o semplici veramente suggestivi.


Beh, per questa parte è tutto. Al prossimo post per alter dritte su partecipazioni e vestito!






martedì 26 maggio 2015

Back in black.

Insomma, alla fine, sono tornata. 

Lo so che in diversi non ci avranno dormito la notte, arrovellandosi sulle ragioni che mi hanno trattenuto dall'aggiornamento di questo blog (che è un po' come certe relazioni: molliamoci, ripigliamoci, rimolliamoci, diamoci la sedicesima possibilità), ma la verità è che non ho avuto voglia, che poi è il vero, profondo, autentico significato dell'espressione "non ho avuto tempo".   Un po' la fase luna di miele, un po' scoperte scioccanti che il matrimonio porta con sé, tipo quante paia di calzini possegga un uomo, sebbene dotato di due soli piedi come l'esemplare femminile con cui vive.

Comunque insomma, rieccomi. Spero stiate tutti bene.

giovedì 7 agosto 2014

Stressless Wedding

Allora.

Siccome in diversi mi stanno inviando o presentando attestati di stima e/o ammirazione per il mio approccio zen all'organizzazione delle nozze, ho deciso di condividere in dettaglio la mia esperienza con voi.

Attenzione: non sono e non mi ritengo una guru ne' un'autorità in alcuna materia, specie questa, considerando che si tratta di un'esperienza assolutamente personale, che come tale deve essere vissuta al meglio secondo i propri gusti e desideri.

Detto ciò:
  • se sognavate il vostro matrimonio fin da piccole nei minimi dettagli;
  • se scegliere il "tema" del matrimonio è nella top 3 delle vostre priorità;
  • se il vostro matrimonio prevede una preparazione superiore ai 12 mesi;
non andate avanti nella lettura, perché davvero trovereste ben poco a cui ispirarvi nelle mie righe, e probabilmente qualcosa vi irriterebbe anche. Vi voglio bene lo stesso e possiamo rimanere di pareri diversi, senza che nessuna delle due sia additata.

Bene, detto ciò, apriamo questa serie con una considerazione iniziale: la Priorità.

La Priorità (maiuscola non casuale) è il faro che vi manterrà saldi di nervi (perdonatemi ma io in questi post mi rivolgo a entrambi gli sposi, evitando di indirizzarmi solo a lei, come se lui fosse parte della coreografia), la maniglia a cui aggrapparvi nei momenti difficili.

Ognuno ha la sua, anche se, diciamocelo, se vi sposate in Chiesa in teoria il Rito dovrebbe essere il centro di tutto. Ma si sa che a volte non è proprio così, per cui insomma vedete voi, ma è importante che troviate LA cosa che è importante nel vostro matrimonio, e metterla al centro. Questo perche' essenzialmente ogni persona/fornitore che incontrerete cercherà di passarvi l'idea che, senza la versione ultra-lusso del servizio che egli/ella fornisce, il matrimonio sarà (forse!) valido, ma un disastro assicurato.

Questo ovviamente non è vero. Vi basta un test: ripensando ai matrimoni a cui siete stati, quanti dettagli vi ricordate? Io personalmente, a parte la gioia di quel giorno, rammento solo alcuni abiti da sposa (nemmeno troppo bene), a volte una portata particolarmente gustosa e qualche location, che però potrei sicuramente confondere. Quindi insomma non state a pensare a che figura farete, che tanto se siete innamorati e contenti tutti si ricorderanno (al massimo) quello.

Altro trabocchetto mentale (che utilizzeranno sia i fornitori se non funziona la prima strada, ma anche amiche già sposate o in procinto di) è quello del "è solo una volta nella vita".

Anche questo non è vero. E non perché vi dobbiate sposare più volte, ci mancherebbe, ma perché oggi giorno se vuoi sentirti al centro dell'attenzione e bellissima ci sono mille occasioni per farlo e non serve buttare migliaia di euro (e sono migliaia, a star dietro a tutti, non esagero) in capelli, trucco, abito, tutto per poche ore. A meno che, ovviamente, quella non sia la vostra Priorità.

Semmai, il fatto che il matrimonio è uno nella vita, dovrebbe secondo me invogliarvi a godervi l'attesa e la cura dei dettagli importanti, non incitarvi a farvi venire crisi isteriche perche' le rose sono bianche invece che avorio (vita vera). Francamente trovo miracoloso che alcuni dei matrimoni che ho visto organizzare si siano effettivamente realizzati, alla fine.

Quindi insomma, eccoci qui.

Nelle prossime settimane condividerò un po' di esperienze personali circa l'organizzazione del nostro matrimonio, nel caso qualcuno stia cercando di organizzare il proprio con approccio simile. Spero vi aiuti a godervi un momento bellissimo della vostra vita e l'inizio di un'avventura meravigliosa. Senza supporto psichiatrico.

martedì 22 luglio 2014

Bridezilla

Dall'ultimo post sono passati alcuni mesi, come forse avrete notato. Da allora, si sono verificate alcune importanti novità, tra cui emergono le seguenti:
1. è passato l'infinito inverno scozzese (di conseguenza, è tornata la Luce!)
2. l'Italia è uscita dai mondiali di calcio al primo turno
3. Il principe George ha compiuto un anno e la Kate forse è di nuovo incinta
4. io e Tenero ci sposiamo.

Nonostante forse non sia la notizia di maggior rilievo dell'elenco, mi preme incentrare il post su quest'ultimo punto, in quanto, finalmente, posso esprimermi a pieno titolo sulle nevrosi che accompagnano l'organizzazione di un matrimonio.
Sì, perché finora, qualora mi azzardassi a esprimere le mie solite pacatissime opinioni (a colpi di sciabola e accetta) circa le reazioni (a mio parere) esagerate delle future spose (talora trasformate in quello che gli americani chiamano Bridezilla) di fronte a questioni oggettivamente irrilevanti, mi veniva puntualmente risposto (con mezzo sorrisino sornione d'ordinanza) che avrei potuto parlare solo quando (e se) mi fossi trovata nella posizione di vivere l'Evento.

Beh, eccomi qui.

Premessa doverosa: ognuno è libero di fare quello che crede, specie su questioni personali come il matrimonio. Ognuno, però, è meno libero (secondo me) di ammorbare amici, parenti, fruttivendoli, co-passeggeri di mezzi pubblici con crisi isteriche più o meno continue, lacrime, grida, reazioni esasperate al minimo stimolo.

Cominciamo dalle attenuanti: appena una ragazza si trasforma in "sposa" (in genere dieci, quindici secondi dopo la proposta di matrimonio), essa viene assalita da una mandria di personaggi che cercheranno di attentare al suo equilibrio psico-fisico. In genere le principali fonti di pressione sono:
- La Parente Tradizionalista: può trattarsi della madre, la sorella, la nonna, la zia. Una parente a caso che dalla ricezione della notizia tartassa la poveretta con questioni tipo la scelta della tonalità delle mutande o se paggetto sì o paggetto no.
- Siti web sul matrimonio: questo è il Male assoluto. Questi siti, se non usati cum grano salis, contengono la bomba H della psiche pre-matrimoniale. Intanto contengono checklists di cose da fare che partono da 18 mesi prima delle nozze (che se, come noi, decidi di sposarti in tre mesi, già ti fanno sentire con l'acqua alla gola) e poi ti creano questioni esistenziali tipo "Scegli la palette di colori"

Se la sposa (e, con lei, lo sposo) riesce a mantenere saldi i nervi nelle prime settimane di organizzazione, in genere il pericolo sfuma e restano da affrontare solo i vari fornitori singolarmente, per cui lo sforzo consiste "solo" nello stoppare il fioraio, calmare la sarta, far capire al fotografo che non venderemo il reportage a Vanity Fair.

Finora devo dire che ha funzionato (almeno per noi). Vi tengo aggiornati.

Stay tuned.

lunedì 7 ottobre 2013



Giovedì, 3 Ottobre 2013.


Secondo giorno ad Aberdeen dopo la Sardegna. Piove. Ho sfondato il muro psicologico dell’accensione del riscaldamento, per cui suppongo sia arrivato l’inverno. Considerando che lunedì ho fatto l’ultimo bagno in mare, non mi lamento.  Stavolta non ho notato nemmeno il solito straniamento linguistico rientrando dall’Italia, forse perché stavolta sono rimasta davvero poco (cinque giorni), o forse sto cominciando ad assimilare la nuova lingua. Le giornate si accorciano velocemente, ormai (ma sarà anche colpa del brutto tempo) la mattina esco con i lampioni ancora accesi, e il pensiero di non sapere fino a che punto sarà buio mi fa attendere con una certa impazienza l’apice dell’inverno, per poter finalmente dire a me stessa che non è poi così terribile. Oggi mi vedo con Pilar, una ragazza colombiana conosciuta in parrocchia, che aspetta un bambino (o bambina) per la fine del mese. Qui  in Scozia non dicono il sesso del nascituro neanche a chiederlo, pare a causa di un processo vinto da una coppia a cui avevano dato l’informazione sbagliata.
Non è facile (ri)farsi un giro di amicizie, non lo è mai stato in nessuno dei miei trasferimenti, ma qui la barriera linguistica (e culturale) ha il suo peso, rendendo più difficile la confidenza e, quindi, più lento l'avvicinamento. A volte vado con il pensiero (o la fantasia) al prossimo viaggio, ma è una tentazione che cerco di arginare, perché penso che finché non riuscirò a stare nel Qui-e-ora non inizierò a mettere radici. Ieri ho finalmente messo nel loft tutte le scatole con gli utensili da cucina che ho trovato in casa: siccome uso i miei questi mi avanzavano, ma  non trovavo il coraggio di salire in soffitta per la mia fobia dei topi, ma in qualche modo ce l'ho fatta, e ora il salotto sembra molto più grande, oltre che più ordinato. 
Ecco, messaggio di Pilar: andiamo a vedere "Blue Jasmine", l'ultimo di Woody Allen...o bene bene o male male...

Stay tuned.

S

domenica 2 giugno 2013

Messaggi Stupliminali.

Mi scoccia sempre tornare su argomenti già trattati, ma ci sono cose di cui non riesco a farmi una ragione, tra cui il linguaggio surreale delle pubblicità, specie rivolte a donne.
Ad esempio. La Dove e' da anni una delle marche che apprezzo di piu', in particolare per la campagna "per la bellezza autentica" che promuove un concetto piu' ampio e creativo della bellezza femminile, stimolando l'autostima specie delle ragazze piu' giovani. Ma io mi chiedo: da quando in qua lo stato delle mie ascelle deve essere un problema? Non parlo della depilazione, chiaramente, che non e' affar loro, ma di un' ipotetica idratazione delle ascelle che ora sembra essere indispensabile. E il meccanismo pubblicitario e' talmente malato che tu vedi lo spot e non e' che pensi: "ma che stai a di'?!". No. Tu guardi queste sgallettate con le braccia perennemente su e trasalisci: "Ommioddio! Non ho mai idratato le ascelle!!!"

Vogliamo parlare di quando e' partita la bambola della BB cream? Io ci ho messo un anno e mezzo solo per riuscire a capire cosa volesse dire BB (che finora per me poteva essere al massimo la sigla di Brigitte Bardot), e mi sentivo l'ultima delle dementi perche' se ne parlava come se fosse acqua gassata: e la bb cream di qua, e la bb cream di la'...e alla fine l'ho trovata in profumeria ed e' una crema colorata, ce l'aveva gia' mia madre negli anni 80 (me lo ricordo perche' una volta me la sono spalmata in faccia a sette anni per fare la ganza e manca poco mi scuoio).

Tante volte mi chiedo perche' la pubblicita' abbia vita cosi' facile nell'ambito della bellezza femminile. A vari livelli, siamo tutte ossessionate dalla paura di invecchiare e tutte irresistibilmente attratte dalla possibilita' di apparire piu' belle di come siamo in realta'. Una volta un mio amico mi disse "non capiro' mai voi donne: volete piacere agli uomini e per farlo vi fate consigliare dai gay".

In effetti...